Psiche e Mente

Un luogo sicuro

Luogo sicuro in psicologia

Il momento di crisi a livello mondiale che stiamo vivendo ha delle ripercussioni importanti che interessano tutti i settori della nostra vita. In particolare, negli articoli precedenti Emotività ed emergenza e Un nuovo capitolo, ci siamo concentrati sulla comprensione delle dinamiche psicologiche generali che possiamo sperimentare in caso di allarme.

Come sottolineato, viviamo una situazione traumatica che può favorire l’insorgere di sintomi legati allo stress e sui quali possiamo cercare di agire con una buona cura di noi stessi.

Mai come in questo momento, è di vitale importanza poter contare su di un luogo sicuro in cui rifugiarsi durante questa lunga quarantena o alla fine di una giornata lavorativa trascorsa fuori.

Per molti di noi casa, in questo momento, significa tana, salvezza. Non per tutti è così, però. È difficile fare un discorso generale che possa includere tutte le situazioni che le persone stanno vivendo ma è importante cercare di capire cosa può darci più sicurezza e benessere.

Dobbiamo tener conto che per molte persone anche all’interno della propria casa possono non esserci le condizioni di sicurezza di base.

A volte facciamo fatica ad immedesimarci nelle vite degli altri e talvolta non riusciamo neanche ad immaginare che altri possano vivere condizioni diverse dalla nostra.

Per chi sta bene, forse, è difficile immaginare che ci siano persone che una casa non ce l’hanno, famiglie molto numerose costrette in pochi metri quadri. Oppure ancora, che ci sono case in cui regna il conflitto e la violenza, e sono tutt’altro che posti sicuri.

Per alcuni il pericolo esiste sia fuori casa che in casa, e forse, il rischio maggiore è che la stretta convivenza si trasformi in urla, litigi o botte. Oppure, al contrario, il rischio può risiedere nell’assenza che porta a lasciarsi andare, o ancora nel peso dell’assistenza di minori quando siamo l’unico adulto in casa.

C’è anche chi, senza contatti con l’esterno, non può accedere ad aiuti essenziali, mi riferisco a persone malate, disabili e bisognose. Pensiamo a chi dovrebbe seguire terapie mediche salvavita o chi ha patologie psichiche gravi che senza il proprio specialista di riferimento corre rischi seri.

Quando ci troviamo in situazioni difficili ed emotivamente impegnative, contare su aiuti esterni non può essere sempre fattibile. Per questo è importante riconoscere e valorizzare le proprie risorse che possono aiutarci ad affrontare la situazione in autonomia.

Vi propongo, quindi un esercizio che assume un significato ancora più importante in questo momento: provate a cercare “un vostro luogo sicuro”. In terapia si usa creare un luogo mentale che fornisca un senso di benessere a cui poter accedere nei momenti difficili, mentre si lavora su emozioni che possono destabilizzare. È una strategia utile che possiamo usare tutti come risorsa per affrontare questo periodo.

Scopri il tuo luogo sicuro

Il luogo sicuro possiamo declinarlo in vari modi. Partiamo da un luogo fisico che in queste settimane ci accoglie e ci calma, in cui ci sentiamo sereni o in cui possiamo lasciar andare tensioni, magari concedendoci anche di far emergere le emozioni più difficili. 

Per molti può essere rappresentato dalla casa in generale o da una parte di essa come il divano, per altri dal proprio letto o da un angolo in cui sta spesso e, magari, un luogo in cui rifugiarsi per avere un po’ di tregua se la casa è troppo affollata. 

Se un luogo così ce l’abbiamo, è importante che sia curato, pulito e ordinato, uno spazio in cui poterci sentire davvero bene. È opportuno occuparlo con consapevolezza, cioè dicendoci che ci concediamo del tempo tranquillo e ascoltando le buone sensazioni che ci dà, lasciando fuori tutto il resto. 

Quando stiamo nel nostro posto al sicuro evitiamo di consultare notizie, lasciamo che sia dedicato solo ad attività piacevoli e rilassanti, questo eviterà di inquinarlo con i momenti di tensione che ormai sperimentiamo quotidianamente quando ci aggiorniamo sull’andamento della pandemia.

Se, come dicevo all’inizio, non si è tra i fortunati che hanno una casa accogliente o con spazi sufficienti a garantire un po’ di privacy, è possibile utilizzare il pensiero e l’immaginazione per creare il nostro luogo sicuro. La mente ha grandi poteri e il pensiero può influenzare il modo in cui ci sentiamo.

Proviamo a immaginare un luogo in cui ci piacerebbe essere, magari uno di quei posti da sogno in cui fare le vacanze, oppure un luogo in cui siamo già stati e che ci fa sempre sentire bene.

Se non trovo un luogo posso pensare a un’attività che mi dà piacere come andare in bicicletta, passeggiare nella natura, fare shopping o qualsiasi altra cosa che mi venga in mente e mi faccia spuntare un sorriso sul volto. Se anche in questo caso fatico a trovare ispirazione mi posso aiutare con un video o delle foto trovati su internet.

Insomma, che sia un luogo fisico, un ricordo, un desiderio, un’attività o qualcosa che vedo sullo schermo, concentrarmi sulle sensazioni piacevoli che mi procura può garantirmi un po’ di tregua dalla tensione e dalla preoccupazione. L’importante è farlo in modo consapevole, cioè concedersi attivamente di stare o di immaginare la situazione come un momento di cura di sé. Può essere uno stacco che ci permette di allentare la tensione e tornare al presente con un po’ più di energia.

Un luogo sicuro per i bambini

Questo esercizio può essere molto utile anche per i bambini e si può fare insieme a loro coinvolgendoli nel recuperare il ricordo di un bel posto in cui si è stati insieme, magari suggerendo di fare un disegno.

Oppure si può giocare con loro a costruire un luogo ideale dove poter stare bene tutti insieme. Man mano che lo si recupera nei ricordi o lo si costruisce cerchiamo di far emergere sempre più dettagli.

Inoltre, se la casa lo permette, potete individuare con loro il posticino preferito, ognuno può avere il proprio. Si può invitare i bimbi a stare un po’ nel loro posticino quando hanno bisogno di tranquillizzarsi e così si può spiegare loro che anche mamma o papà hanno bisogno di stare un po’ nel proprio. In questo modo i bimbi apprendono che ognuno può avere un momento per sé.

Buona ricerca del vostro posto al sicuro, e se qualcuno avrà voglia di condividerlo con un messaggio, qui o sui social, lo accoglieremo con piacere come un consiglio di viaggio.

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About Simona Di Carlo

Sono laureata in Psicologia e specializzata in Psicoterapia individuale e di gruppo. Nel lavoro con i pazienti integro la psicodinamica con altri approcci quali Mindfulness, la gestione del trauma con la tecnica EMDR e altre tecniche psico-corporee.

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